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Fondo Cavarra PDF Stampa E-mail
Scritto da mariangela   
mercoledì 11 marzo 2015

La Biblioteca ha acquisito nel 2014 parte del fondo librario del prof. Giuseppe Cavarra.

 

Giuseppe Cavarra, nato a Lìmina (ME) il 7 agosto 1933 e morto il 4 febbraio 2012, visse tra Messina e Nizza di Sicilia. Conseguita la maturità classica, frequentò l'Università degli Studi di Messina, dove con Giorgio Petrocchi si  laureò in letteratura italiana con una tesi su Iacopone da Todi.

 

Iniziò la sua carriera di insegnante in Umbria; rientrato in Sicilia, insegnò nelle scuole messinesi fino al 1991, anno del suo collocamento a riposo. Si occupò dei dialetti e della cultura che ne è espressione fin dagli anni universitari, durante i quali cominciò a svolgere ricerche sotto la guida di Oronzo Parlangeli.
Quanto alle sue collaborazioni, suoi interventi e recensioni apparvero su periodici di varie località e riviste specializzate. Tra i periodici "La Gazzetta del Sud" e "Centonove" di Messina, "La Sicilia" di Catania, il "Giornale di Sicilia" di Palermo; tra le riviste "Pagine dal Sud" e "Annali del Centro di studi "F. Rossitto"" di Ragusa, "La Nuova Tribuna Letteraria" di Padova, "Ethnos" di Siracusa.
Cavarra fondò a Limina il Premio di poesia dialettale "Bizzeffi", di cui furono celebrate sette edizioni. Fondò e diresse "Il Puntale", periodico di cultura liminese, spentosi al secondo numero per ragioni indipendenti dalla sua volontà.
Figurò tra i fondatori dell'Associazione Culturale "Pagnocco", istituita a Messina nel 2004; fu direttore scientifico della rassegna quadrimestrale di cultura e informazione "Pagnocco" e presidente della commissione giudicatrice del Concorso Letterario Nazionale "Messana", riservato alla poesia edita e inedita sia in lingua che in dialetto.
Diresse anche per le Edizioni E.D.A.S. la collana di poesia e prosa contemporanea "Abralia".
Per anni svolse attività di ricerca nel settore delle feste tradizionali insieme con Francesco Coglitore. La collaborazione produsse i seguenti video: Il santo che corre (uno spaccato della festa di S. Filippo d'Agira a Limina); I viaggi (interpretazione di un momento di intensa spiritualità nell'ambito della festa dedicata a Fiumedinisi alla SS. Annunziata: il rito della processione penitenziale che si svolge la vigilia); U Quatrittu (ragguaglio su un particolare rito che si svolge annualmente a Saponara); U Muzzuni (articolato resoconto di un rito penitenziale che si svolge annualmente ad Alcara Li Fusi); I Giudei e i Babbaluti (immagini di due riti che si svolgono sui Nebrodi nel periodo pasquale: quello dei "Giudei" a S. Fratello e quello dei "Babbaluti" a S. Marco di Alunzio); La Lucia (una sacra rappresentazione sul martirio della santa siracusana a Savoca).
I suoi testi teatrali rimasero inediti tranne Il popolo e la storia e Arghennakron.
Un lungo sodalizio con Mario Rizzo all'interno del Gruppo di Ricerca "Argeno" - con sede a Nizza di Sicilia (ME) - fruttò lavori più volte presentati nei teatri e nelle piazze della Sicilia e all'estero: Arghennakron, All'anta, Sparramentu, Le sette strade, Fataciumi, Notte Santa, Passio, Al di là del mare, Lo Stretto questa gabbia.
La sua collaborazione con l'etnomusicologo Orazio Corsaro produsse un recital, Donna in Sicilia, e un'opera lirica, Colapesce.

 

Dal 1984 scrisse versi in lingua e in dialetto. La sua poesia in dialetto ha radici: autobiografiche " […] diciamo subito che l'esito fondamentale della poesia dialettale di Cavarra- e per questo tutto peculiare e, per altro verso, perfino esemplare - è quello di un'ispirazione che riesce a saldare contenuti di tradizione popolaresca e forme lessicalmente demotiche ma sintatticamente ed eideticamente evolute; ovvero, invertendo l'ordine dei fattori il cui rapporto non cambia, a manipolare temi, anche mitologici, dunque dotti, e affidarli ad esiti letterariamente moderni in virtù della loro contemporaneizzazione e simultanea dialettizzazione. C'è di più: c'è che tanto più spicca tale risultato lirico, quanto più si pensa alla distanza tra materie a volte di antica leggendarietà e vasta letterarietà ed esiti formali affidati a un dialetto attinto da un'area ristretta come quella di Limina, suo paese d'origine" (Pietro Mazzamuto, Prefazione a Sdullìu, in corso di stampa); psicologiche: "Un mondo (quello di Cavarra) che sembra così lontano ed estraneo alla sequenza del vivere storico e così indifferente alle preoccupazioni quotidiane che non siano legate al difficile rapporto con gli elementi, un mondo nel quale solo l'ulivo, nume metafisico, diventa mirabile simbolo della resistenza a tutte le avversità" (Manlio Cortelazzo, Presentazione a Fantàsimi); "una scelta - la sua - non mistificante né tantomeno sperimentale o provocatoria, una scelta che si definisce consustanzialmente alla sua visione, che è soprattutto interiore… Una scrittura che non deriva dai sapienti criteri della strategia del bilinguismo, non soffre degli inevitabili attriti tra linguaggio nativo e linguaggio acquisito, non fa ricorso ai lessici asettici degli etnografi e dei dialettologi, perché la lingua di Cavarra c'era e c'è ancora, ma soprattutto c'è nella coscienza e nella memoria del suo dittatore, che l'ha vissuta e continua a viverla, vale a dire a foggiarla ininterrottamente dentro di sé, a modellarla secondo i suoi ritmi interiori" (Cosimo Cucinotta, Prefazione a Vamparizzi); culturali "Deve essere disperata la situazione d'un poeta che alla perdita del codice, alla moltiplicazione incontrollata dei canali, alle sovversioni del senso e dell'indifferenza, in una parola alla distruzione, al resoconto della distruzione (dello sdirregnu, proprio), non può contrapporre il resoconto di una creazione. E certo di lui, di un siffatto poeta (del buon poeta dialettale tout court, e forse anche di quello in lingua), parlano spesso questi versi: di lui, e dell'impassibilità e della crudeltà (per loro conto, poi, nella fattispecie, tanto verghiane) che venano la storia (la Storia)" (Sebastiano Grasso, Prefazione a Sdirregnu).
 

 

Il fondo è totalmente inventariato e catalogato nel nostro opac e consta di  2551 volumi (le edizioni non numerate sono quelle già presenti in Biblioteca).

 

 

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Ultimo aggiornamento ( giovedì 20 dicembre 2018 )
 
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