Patrimonio Librario

 

IL PATRIMONIO 

 

Il patrimonio librario della biblioteca al 08.12.2007 ha raggiunto in numero di volumi 71234 con un incremento di 525 volumi rispetto al precedente anno.

 

La Biblioteca dal 2003 ha attivato una convenzione con l'Università di Messina, rinnovata nel luglio del 2007, con la quale si impegna ad aderire allo SBA e rendere fruibile il patrimonio bibliografico per gli utenti e partecipare al prestito interbibliotecario tra le biblioteche aderenti allo SBA.

La biblioteca utilizza ALEPH  per la catalogazione e la gestione informatizzata delle operazioni bibliotecarie.

 

Ad oggi sono state inserite 3480 monografie moderne e 49 seriali.

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 FONDO MODERNO

 

 Il fondo moderno  (dal 1850 ad oggi) costituito da circa 42500 unità, è incrementato con acquisizioni  utilizzando i fondi della Curia provinciale, e attraverso  donazioni delle Province Cappuccine italiane, di confratelli, di biblioteche e di altre istituzioni cittadine. Nel caso di cataloghi di mostre o di cataloghi di altre biblioteche si procede allo scambio con le nostre pubblicazioni.

 

L’incremento delle raccolte fa riferimento alla tipologia della  Biblioteca  che da la precedenza al settore del Francescanesimo e del movimento francescano, dell’ Ordine dei Frati Minori.

Si acquistano testi di storia e spiritualità riguardanti i Cappuccini e gli altri rami della Famiglia Francescana (Primo Ordine; Clarisse; OFS; TOR), ma anche  testi di patristica, Sacra Scrittura, Teologia dogmatica e morale, apologetica, spiritualità; mistica; agiografia; storia ecclesiastica; liturgia; diritto canonico; catechetica; pastorale.

La biblioteca acquista opere enciclopediche generali e ma anche specifiche nel campo della lessicologia neotestamentaria, Tesauri delle lingue classiche e cura anche i settori di letteratura latina, filosofia, arte e Medioevo e conserva ed accresce le raccolte di storia locale e regionale.

Notevole il numero di collane specificamente rivolto al settore francescano, mariologico, medievale e monastico.

 

Una  buona parte dei testi appartenenti alla sezione moderna appartengono al frate Giustino da Patti, che ebbe un ruolo importante per la Biblioteca Provinciale perchè gli donò la propria raccolta libraria.

I libri appartenenti a fra Giustino erano il 60% del patrimonio presente nella biblioteca negli anni '60.

Il fondo donato individuabile dalle numerose postille e note manoscritte apposte nelle carte degli esemplari è ricchissimo di testi rari e preziosi per la storia ecclesiastica locale ma ciò che sorprende maggiormente è la grande passione del religioso per la letteratura tanto da possedere 1294 testi  di letteratura  italiana, classici latini, tragediografi greci  e soprattutto per gli studi sulla Divina Commedia.

 

 

Nel 2005 è stato acquisito dalla Biblioteca parte del fondo del prof. Giuseppe Miligi, letterato messinese vicino agli ambienti letterari italiani del dopoguerra

La raccolta, in parte collocata ed inventariata e presenta una ricca collezione di testi sul futurismo, sulla letteratura italiana, di critica letteraria, di storia e poesia locale. Il prof. Giuseppe Miligi, profondo conoscitore e testimone della realtà artistica messinese del  secondo dopoguerra ha curato la pubblicazione dei carteggi tra Salvatore Pugliatti e Salvatore Quasimodo, Salvatore Pugliatti e Giorgio La Pira ha curato cataloghi di mostre contemporanee ed  è autore di opere dialettali.

 

FONDO ANTICO

 

Il fondo antico  della secentesca Biblioteca dei Cappuccini è stato incamerato dopo il 1866 dallo Stato italiano che l’ha ceduto alla biblioteca Regionale di Messina, dove si trova tuttora. Purtroppo pare sia rimasto soltanto un 60% del fondo originario, disperso a causa di varie calamità naturali: terremoto, guerra, incendio.

La moderna Biblioteca dei Cappuccini, divenuta Biblioteca Provinciale nel 1963, ospita nei suoi depositi  i fondi antichi dei Conventi della Provincia trasportati nei nostri depositi affinché abbiano una conservazione migliore.

 La nostra Biblioteca ha collocato i volumi più preziosi nella camera blindata, il resto del fondo antico nel deposito al piano terra. Tutti i locali dispongono di un impianto di deimidificazione e sono collocati in scaffalature metalliche.

Questa risulta la consistenza del fondo attuale:

 

Pergamene                            69

Manoscritti                            280 ca

Incunaboli                             51

Edizioni del secolo XVI      1622

Edizioni del secolo XVII     3075

Edizioni del secolo XVIII   8407

Edizioni 1801-1850               3545

Stampe                                  200 ca

Carte geografiche                100ca

 

Da diversi anni e con l’aiuto di volontari, professionisti nel settore archivistico-librario, si sta procedendo all’inventariazione di tutto il materiale.

Il materiale a stampa è stato  totalmente inventariato e catalogato.

 

I testi dei sec. XV-XVII sono stati studiati dal prof. Giuseppe Lipari, docente di biblioteconomia e bibliografia presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Messina, e da fra Fiorenzo Fiore cappuccino e bibliotecario di questa biblioteca dal 1963, i quali  ne hanno pubblicato i cataloghi a volume.

 

Le edizioni del XVIII secolo sono state studiate solo in parte e relativamente alle edizioni stampate a Roma, Napoli, Bologna, Milano e Messina  dalle dott.sse Elena Scrima, Carmen Puglisi e Ivana Risitano  per il progetto Prin 2007 sull’editoria del Settecento.

 

Il piccolo numero di pergamene datate  1336-1625 è stato acquisito recentemente dalla biblioteca e non riguarda la storia dei cappuccini ma è probabile che sia parte dell’archivio dell’Ospedale di S. Maria della Pietà.

La dott.ssa Rina Stracuzzi che ha studiato il fondo afferma che le pergamene potrebbero “essere pervenute in biblioteca tramite uno dei frati cappellani del convento che prestavano servizio presso l’Ospedale Piemonte al quale erano pervenuti nel XX secolo tutti i beni, compreso l’archivio, del vecchio Ospedale, crollato nel terremoto del 1908. È possibile che in seguito alla morte dell’ignoto frate le pergamene siano rimaste presso il convento. E’ tuttavia egualmente plausibile che facessero parte dei beni di uno dei tanti lasciti testamentari, o di una donazione, di cui i conventi hanno spesso beneficiato”.

 

I manoscritti non sono stati ancora quantificati con esattezza ma fino ad oggi sono state catalogate 263 unità dalle dott.sse  Rina Stracuzzi e Carmen Pugliesi. 

 Si tratta di manoscritti cartacei dei sec. XVII-XIX di varia e dubbia provenienza e di argomento  affine, appunti di lezioni di liturgia e filosofia morale tenute dai frati, raccolte di omelie, qualche bozza per la stampa.

Recentemente sono state trasportate per maggiore salvaguardia, cartelle contenenti stampe  e carte geografiche dei sec. XVII-XIX, di provenienza dei Conventi della Provincia, sono stati inventariati solo in parte ma attendono di essere catalogati.

Tra queste stampe vi sono interessanti scorci e vedute di città italiane e straniere nel sec. XVIII tra cui si annoverano disegni del Canaletto, Giovan Battista Tiepolo e gli studi delle volte della Reggia di Caserta del Vanvitelli.

 

Ultimo aggiornamento ( giovedì 12 maggio 2011 )